Ricordando Fabio Grosso, eroe inatteso dell'Italia

Ci sono volte nel calcio in cui ci sono giocatori che hanno un peso superiore alle loro possibilità e riescono a creare una storia davvero fantastica da raccontare per generazioni. Perché, in realtà, lo sport nel suo complesso si basa sulle storie che creano e su ciò che facciamo con queste storie. Un ottimo esempio è rappresentato dal terzino italiano Fabio Grosso e dai suoi risultati nella Coppa del Mondo del 2006 in Germania.

È un nome che forse a molti giovani non dice nulla, ma tutti gli appassionati di calcio cresciuti in quel periodo ricordano l'eroismo di Grosso in Germania e ciò che ha significato per il calcio italiano nel suo complesso. Anche se la sua carriera non si è mai concretizzata, è ancora amato da molte persone e quella Coppa del Mondo occupa un posto speciale per l'Italia.

Fabio Grosso
Fabio Grosso - oggi allenatore
In questo articolo parleremo di Fabio Grosso, della sua carriera nel corso degli anni, di ciò che ha fatto nella Coppa del Mondo 2006 e della sua carriera successiva.

I primi tempi

Nonostante sia nato a Roma il 28th novembre del 1977, Fabio Grosso non ha mai giocato in nessuno dei due grandi club cittadini, la Lazio e l'AS Roma, pur avendo una carriera di tutto rispetto nella massima serie del calcio italiano. In realtà ha iniziato a metà degli anni '90 nella Renato Curi, un piccolo club delle serie inferiori che alla fine ha cambiato nome in Renato Curi Angolana, fino ad essere ingaggiato dal Chieti nel 1999.

Alto 1,90 metri e con una forte presenza fisica, Grosso è oggi ovviamente conosciuto come terzino sinistro, ma ai tempi della Renato Curi e del Chieti, quando giocava nelle serie inferiori del calcio italiano, era nato come centrocampista d'attacco e di tanto in tanto veniva impiegato anche come ala sinistra, segnando 55 gol in 125 partite con la Renato Curi e 17 gol in 68 partite con il Chieti.

Dopo quasi sette anni di calcio semi-professionistico, l'italiano ha finalmente ottenuto la sua grande occasione firmando con il Perugia, all'epoca una squadra di Serie A, nel 2001. Nei due anni e mezzo di permanenza nel Perugia ha giocato molto (91 partite in totale in tre stagioni), ma nel gennaio del 2004 è passato al Palermo, che all'epoca era una squadra di Serie B.

Il periodo trascorso a Palermo si rivelò molto proficuo per lui, non solo perché riuscì a raggiungere la promozione in Serie A proprio in quella prima stagione, ma anche perché si trattava di una squadra che stava costruendo qualcosa di speciale e che negli anni successivi sarebbe diventata una delle più divertenti d'Italia nella massima divisione.

Marcello Lippi
Marcello Lippi - L'allenatore dell'Italia ai Mondiali 2006
Per molte persone che conoscono il giocatore, il periodo 2004-2006 con il Palermo è considerato l'apice della carriera di Grosso e, sebbene abbia già esordito con la Nazionale italiana nel 2003, è stato proprio in questo periodo che è riuscito ad assicurarsi un ruolo da titolare nella squadra di Marcello Lippi, che annoverava fuoriclasse del calibro di Gianluigi Buffon, Andrea Pirlo, Alessandro Del Piero, Francesco Totti, Fabio Cannavaro e molti altri giocatori di altissimo livello.

Grosso, un giocatore di serie inferiore per la maggior parte della sua carriera, entrava in quello spogliatoio di stelle, ma è riuscito a dimostrare il suo valore e a convincere un manager generazionale come Lippi che era abbastanza bravo da essere titolare nella sua squadra.

Poi è arrivata la Coppa del Mondo 2006.

Germania e sogni che si avverano

L'Italia è arrivata in Germania con la solita etichetta di favorita, ma più per i nomi che aveva e per il suo patrimonio calcistico che per il suo momento di forma. Ma è stato proprio questo a renderli così pericolosi nella competizione: il fatto che nessuno si aspettasse tanto da loro e dai loro risultati. Questo era certamente il caso di Grosso e forse è per questo che è diventato un simbolo del successo di quella squadra nel 2006.

L'importanza di Grosso per la squadra come terzino sinistro titolare era già significativa, ma ha iniziato ad avere un impatto molto più quantificabile negli ottavi di finale contro l'Australia, quando ha subito un fallo all'interno dell'area di rigore avversaria, permettendo così a Francesco Totti di segnare il rigore vincente e aiutando l'Italia a qualificarsi per il turno successivo quando era in dieci uomini in questa particolare partita.

Un altro momento importante del periodo di Fabio è stato l'inaspettato eroe dell'Italia in semifinale contro i padroni di casa, la Germania. La partita, pareggiata per 1-1, andò ai tempi supplementari, con Grosso che segnò un magnifico gol con un tiro di sinistro al minuto 119th della partita, permettendo all'Italia di qualificarsi alla finale in modo molto drammatico.

L'italiano stava iniziando a costruire la sua eredità e riuscì a portarla a compimento quando segnò il rigore vincente in finale durante gli shootout contro la Francia. Fu un momento storico per il calcio italiano, che viene celebrato ancora oggi.

In una squadra piena di leggende del gioco, Grosso era visto come l'uomo in meno nell'undici titolare, eppure è riuscito a dimostrare il suo valore in modo straordinario, giocando il miglior calcio della sua carriera ed essendo determinante per l'enorme vittoria dell'Italia in Germania.

È stata la storia nel vero senso della parola.

Le conseguenze

Dopo la Coppa del Mondo del 2006, Grosso non è stato all'altezza delle aspettative che si era creato grazie alle sue imprese in Germania. Certo, ha avuto l'opportunità di giocare con l'Inter, il Lione e la Juventus e di vincere trofei con tutte queste squadre, ma sempre con un ruolo molto secondario, che ha certamente giocato un ruolo importante per il prosieguo della sua carriera.

A dire il vero, Grosso dovrebbe essere molto orgoglioso perché è riuscito a passare dal calcio semiprofessionistico a un giocatore titolare in una delle migliori squadre nazionali di sempre e a vincere una Coppa del Mondo. Da Renato Curi a ricevere passaggi da Andrea Pirlo e segnare contro la Germania in semifinale.

La materia di cui sono fatti i sogni.